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La strada del vino Montecucco
Un calice di Montecucco
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La Strada del Vino Montecucco

(La cartina del Montecucco)

Il Montecucco è una nuova Doc nata nel 1998.

Il suo territorio si estende ai piedi dell’Amiata in quella fascia di terra compresa tra il fiume Orcia a Nord, che la divide dal territorio di Montalcino, e il territorio del Morellino di Scansavano a sud.

Sono 18 i produttori che dal ’98 hanno costituito il consorzio del Montecucco e l’associazione Strada del Vino Montecucco inserita all’interno del circuito delle strade del vino Toscane.

I vini che qui vengono prodotti si stanno rapidamente creando un’immagine di alto livello all’interno del difficile mondo enologico. Alcune aziende appaiono ormai già da alcuni anni all’interno delle guide più blasonate con punteggi assolutamente inaspettati.

Questa nuova denominazione ha messo a disposizione sia dei produttori che dei consumatori uno strumento di valorizzazione e tutela. Il relativo disciplinare è infatti fortemente rappresentativo della tradizione e della realtà produttiva della zona.

Il disciplinare della doc Montecucco è stato approvato con D.d. 30 luglio 1998, in vigore dalla vendemmia del 1998.

Negli ultimi anni le tecniche di produzione sono andate migliorandosi ed affinandosi, come testimonia la qualità di determinati vini, ormai conosciuti e ricercati dal mercato.

Il territorio della strada del Vino Montecucco abbraccia i Comuni di Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Arcidosso, Seggiano, Roccalbegna e presenta un paesaggio suggestivo ed affascinante, tipico dell'entroterra collinare maremmano.

La strada del vino Montecucco, la più recente delle tre strade nella Provincia di Grosseto, interessa terreni particolarmente vocati alla coltivazione della vite e si inserisce in un contesto vitivinicolo estremamente qualificato; questa zona è infatti circondata da denominazioni prestigiose come Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano, S.Antimo, Monteregio di Massa Marittima,

Il percorso della strada del Montecucco attraversa le zone più importanti della DOC. Partendo da Paganico, centro vitale e moderno con un'interessante cinta muraria a quattro porte del IV secolo, e lasciandosi alle spalle la Fattoria di Monteverdi, si arriva fino a Sasso d'Ombrone. Degni di nota il ponte sull'Ombrone e una porta medioevale. Salendo si arriva fino a Poggi del Sasso, caratteristico borgo rurale. E' questa l'area più vitata, ricca di cantine ed aziende, ma anche interessante per i bellissimi castelli di Vicarello e Colle Massari. A pochi chilometri da Poggi del Sasso si trova la Fattoria di Montecucco che da il nome alla DOC. E' questo il cuore della zona vitivinicola di fronte al Monte Amiata. I numerosi agriturismi, le caratteristiche trattorie ed un territorio ricco di fauna rendono questa zona particolarmente interessante dal punto di vista venatorio e culinario.

Da Montecucco si arriva facilmente a Cinigiano, borgo medioevale che ospita il centro informazioni sulla strada del vino. A Cinigiano ci sono da visitare le cantine del Cassero aperte durante la festa dell'uva di ottobre. A pochi chilometri da Cinigiano vi è il Castello di Porrona, incantevole borgo, punto di rappresentanza e di immagine per la DOC Montecucco.

 Attraversato tutto il territorio di Cinigiano si arriva nel comune di Castel del Piano e più precisamente nel borgo di Montenero. Montenero è l'altra capitale della DOC Montecucco, dove è possibile visitare il museo della vite e del vino. Limitrofe al museo alcune cantine e dei punti degustazione di vino, olio e altri prodotti tipici. Durante l'estate nel parco di Montenero viene allestita un’enoteca all'aperto per la degustazione dei vini Montecucco.  A Montenero si può visitare il pozzo secentesco e la porta della cinta muraria.

Lasciato Montenero e proseguendo verso l'Amiata si arriva nella zona di Montegiovi, una vera e propria area vitata museo, caratterizzata da piccolissmi impianti di olivi misti a piccoli appezzamenti di vite.

E'  già in progetto la realizzazione di un “Vigneto museo” per la conservazione del germoplasma ed in particolare dei vitigni autoctoni.

Caratteristico anche il centro di Montegiovi, dove si svolge in settembre la sagra della bruschetta.

Mantelaterone è il paese che si incontra prima di arrivare a Castel del Piano con un centro storico veramente ben conservato.

Castel del Piano è uno dei centri abitati più importanti del Monte Amiata. Da visitare palazzo Nerucci, futura sede del museo della cultura contadina, la porta dell'orologio, la Porta Castiglionese, Corso Nasini, Palazzo Monaci, Cantucci, Bruni, Alluigi, Cerboni, Il Teatrino e la Loggia della Mercanzia. IL percorso si conclude a Seggiano in una zona particolarmente vocata sia alla vite che all'olivo. Da visitare nel centro abitato le Logge del Mercato ed il carttristico centro storicoricco di cantine scavate nella roccia. Importante il bel Castello del Potentino ed il singolare Giardino d'Arte di Daniel Spoerri, Immancabile la visita agli impianti di Olivastra seggianese, cultura autoctotona dell'Amiata che da origine all'unico olio monovarietale toscano, denominato Seggiano, Da ricordare la festa dell'olio che si tine al prima domenica di dicembre. 

 

I vini

Montecucco Rosso

colore rosso rubino intenso, odore vinoso e ampio: sapore armonico, asciutto giustamente tannico;titolo alcolometrico 12° (12.5° per la riserva)

Montecucco Sangiovese

colore rosso rubino intenso; odore vinoso, fruttato e caratteristico; sapore armonico, asciutto e leggermente tannico; titolo alcolometrico 12°

Montecucco Riserva

colore rosso rubino intenso tendente al granato; odore ampio  vinoso ed elegante, con eventuale sentore di legno; titolo alcolometrico 12.5°

Montecucco bianco

colore giallo paglierino; odore delicato, fresco, più o meno fruttato; sapore asciutto e vivace; titolo alcolometrico 11.5°

Montecucco vermentino

colore giallo paglierino; odore delicato, fresco e caratteristico; sapore asciutto, morbido e sapido; titolo alcolometrico 11.5°

 

Vinificazione e imbottigliamento

 Immissione al consumo, con riferimento all'anno successivo a quello della vendemmia :

-bianco Vermentino non prima del 1 febbraio

-Rosso e Sangiovese non prima del 1 aprile

-Riserva minimo due anni di cui almeno 18 mesi in botti di rovere a decorrere dal 1 di novembre dell'anno della vendemmia

-Imbottigliamento ammesso solo in provincia di Grosseto

-Recipienti: solo bottiglie di forma bordolese o borgogna non superiori a 5 litri e chiuse con tappo di sughero

Ovviamente questa grande ricchezza di prodotti, da vita ad una cucina straordinaria, dove insieme con le zuppe troviamo le paste fatte in casa e gli arrosti.

Dunque una realtà molto ricca, ma per poterla scoprire, per capirla, perentrare in questa dimensione si deve prestare attenzione.

Qui i turisti non hanno ancora portato quella massificazione che è caratteristica di molte destinazioni famose,con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti.