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Cavalcature

 

(The Amiata donkey)

 

Cencio, Gigi, Nanni e Berto si alzano presto, due ore prima del sole, per zappare un po' di più pel fresco. Caricano nell'asino due corbelli, uno pieno di concime, l'altro co' due barlette d'acqua, quattro ubbidienti, quattro paia di zocculi, quattro paia di carzonacci, mezzo paniere di fette di pulenda, un pò di pane e poco companatico. Si danno da fa', la terra è dura, è un mese che non piove. Una veloce colazione verso l'otto, a mezzogiorno dopo mangiato tentano di fare un riposino, ma è impossibile: le codere, se ti sdrai in terra ti mangiano, le cicale ti rincoglioniscono.
"Riandiamo a zappa' n'antro poco, vor dì che in serata partiremo un pochino prima. Sull'asino ci monteremo un pochino per uno"
Verso le sei i quattro fratelli partono."Ci monterò prima io" disse Cencio. "su pe' cheste piagge ci si sta anche maluccio sull'asino....Ci starò fino al bivio di Montegiovi"."Vor dì che io ci salirò da bivio di Montegiovi al ponte della Pieve" disse Gigi, "tanto è tutto per in giù 'sto tratto di via"."Allora io ci monterò da ponte della Pieve al paese" disse Nanni, "è il pezzetto più corto...""E a me quando mi tocca?" protestò Berto."A te ti tocca nella stalla, intanto che mamma finisce di coce la pasta".


(tratta da "Diario d'Amiata" di Alvaro Giannelli, edizioni Liberetà, Roma, 1998)